Montosoli. Un’identità, una zona esclusiva, un cru da sempre riconosciuto. Un onore ed un onere, 15 ettari di preziosa terra a Nord di Montalcino incastonati alla perfezione tra la collina del paese e la pianura della Valdarbia. Una zona fresca e ventilata, grazie al poggio di Montalcino che protegge dallo scirocco a Sud, crocevia tra i venti di maestrale, tramontana e levante.
Un microclima tendenzialmente asciutto, piogge solo di provenienza atlantica che bagnano la “terra da viti” (cit. Nello Baricci), un mix di marne, scisti quarzose, galestro, amalgamate in un medio impasto di origine marina proveniente dal Pliocene.
Terra sassosa, avara e dura da coltivare,e sono proprio queste caratteristiche in apparenza negative a renderlo ideale per il Sangiovese in purezza. La pioggia non vi ristagna. Nutre le radici delle viti e passa. Un ottimo potenziale drenante nelle annate piovose, una temperatura stagionale non eccessiva in quelle più calde. Un tasso di umidità naturalmente controllato dai venti, maturazioni costanti e calibrate grazie all’ottima escursione termica estiva ed alla freschezza della zona.
Montosoli è terra da vino da almeno 5 secoli. Il rapporto tra questa collina e il Sangiovese affonda le proprie radici qualche centinaia di anni prima del successo del Brunello nel Mondo.
Si hanno menzioni di produzione vitivinicola sin dalla creazione del primo insediamento umano con la Villa che prende l’omonimo nome, costruita nel 1555 dal famoso architetto Baldassarre Peruzzi. La “Fattoria di Montosoli”, dotata di cantina e frantoio, comprendeva diversi poderi tra cui il “Colombaio”, di cui la nostra famiglia ne è ora la proprietaria.
Le vecchie generazioni di Montalcinesi già conoscevano le potenzialità della collina. La nomea di Montosoli come uno tra i luoghi migliori per la produzione di vino a Montalcino era ampiamente diffusa già due secoli fa, e Nello Baricci sin dalla sua giovinezza non era esente dal conoscerlo.
Negli anni ‘50 il comune di Montalcino era tra i più poveri di Italia e la sua popolazione passò rapidamente da 12.000 persone a 2.000.
In quegli anni di totale abbandono delle campagne e di forte emigrazione verso le grandi città, Nello Baricci sceglie, contro corrente, di restare legato a questa terra. Era il 1955
Racconta il nonno: “Sin da giovane sentivo parlare dei vini di Montosoli come i migliori a Montalcino. A quei tempi ogni anno l’Enoteca Italiana di Siena organizzava il concorso dei vini e quelli della Fattoria vincevano sempre il primo premio.
Quando decisi di investire i miei sudati risparmi e riciclarmi da mezzadro a proprietario, non ebbi dubbi sul luogo da scegliere per la mia proprietà: Montosoli!.”
Detto fatto. La proprietà interessa il Podere Colombaio ed i suoi terreni,tutti situati sul versante Est/Sud Est della collina, il migliore per esposizione solare,composizione del suolo e microclima. Prima azienda qui insediata e pure la prima ad iscrivere i vigneti all’Albo del Brunello presso la Camera di Commercio di Siena , era il 10 ottobre 1966.
Nel 1967 è fra i soci fondatori del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, libera associazione tra produttori, del quale Nello Baricci è vice-presidente per alcuni anni e successivamente membro del Consiglio di Amministrazione.
In 60 anni di storia vissuta il connubio Baricci / Montosoli si è talmente consolidato da trasformarsi in una unica entità fra uomo e natura.
“Il vino deve essere verità” (Cit. Stephen Wong), l’importante è che rappresenti la massima espressione del legame che lo unisce al territorio dove esso nasce e siamo certi che Baricci crede fermamente in questa affermazione.